Ozio diciannovenne.
Con l’anima stretta nel mio voto.
Il sole polveroso segna i paraventi.
E’ nella mia grazia che nasce la tua angoscia.
Per questo è dannata alla solitudine la vita che mi hai data, padre.
La luce del futuro continua a ferirmi.
Ti è nemico chi, fedele,
difese l’unica Legge di queste Terre.
Ti è nemico chi
mi aspetta nel sole della vuota piazza. Ogni sera.
Nel vivo nero dei suoi occhi,
conosce disperato il biancore della mia pelle.
E’ quando il sole scolora e si addensa la notte,
che la luce verde del lago scopre la mia pelle in un tremito d’ali.
E resto sola con il mio corpo e il mio nome.
All’occhio suo, più crudo della luce, è tremenda e dolce la verità.
E sotto inutili rifiuti, cela la sperduta violenza dei suoi affetti veri.
Il giorno è ormai su di te. In un mattino di maggio.
Non piangere ciò che nella fine ricomincia.
Non piangere ciò che muta per farsi libero.
Dall’alta scogliera fu solo pura luce.