Poke Goa è un piccolo viaggio alle Hawaii nel centro di Genova.
Situato in un palazzo di fine Ottocento in fondo di via Fieschi, quasi all’angolo della trafficata via XX Settembre, accoglie chiunque entri con una sferzata di colori ed invita immediatamente a lasciare fuori la vita di tutti i i giorni.
Una grande onda color acquamarina, parte dal bancone di vendita e si avvolge su stessa lungo la parete di ingresso del locale, mentre una tavola da surf la fende per tutta la lunghezza e il cliente spingendo la porta dal marciapiede si ritrova subito all’interno della blue room.
Il resto è un susseguirsi di colori e materiali ispirati alla vita sull’oceano, alle Hawaii e alle spiagge ma resi minimalisti e contemporanei attraverso pure forme geometriche.
Il bancone, dal rivestimento a semicilindri in legno laccato color corallo, fa da contrappeso all’intensità del blu del pavimento e della parete ad onda in ecomalta laccata, mentre quella di fondo è rivestita in grès ad effetto bamboo tridimensionale, il resto delle superfici è in arenino, ovviamente, color sabbia.
Sopra al bancone, un fruscio vibrante e colorato di lampade a sospensione ricorda e sintetizza nell’immaginario i fiori di ibisco e la prorompente natura hawaiana.
Ma è la grande onda che permette al cliente di immergersi letteralmente nell’ambiente: usando il banco snack dall’aspetto di una tavola da surf vintage con sgabelli giallo intenso, si può gustare la propria poke bowl protetti e illuminati dalla cresta che verso l’alto sfuma nel bianco della schiuma e della luce.
Il progetto di interni minimalista ma con anima pop rielabora gli stilemi e i colori del mondo hawaiano ed è strettamente collegato al progetto di brand design proposto alla committenza.
Il logo è un pesciolino, la cui forma ricorda anche una bowl, ma con un ironico gonnellino da ballerino di hula, contornato da un cerchio con il nome del locale la cui G potrebbe essere anche una freccia circolare, quasi un invito a viaggiare.
Tutto, pesciolini hula dancer e clienti viaggiatori, nuotano o surfano nel blu acquamarina.
Fotografie: Chiara Viada