Negli ultimi anni il connubio “food e design” è diventato sempre più stretto: la ristorazione è un’esperienza polisensoriale, nella quale si mette in gioco la cucina dello chef e l’ambiente in cui si presenta. Il progetto di interni pertanto è risultato parte integrante dell’esperienza enogastronomica e per funzionare deve svilupparsi in maniera coerente con l’idea di cucina.
Il progetto di interni parte da questo assunto: è il cibo il primo protagonista di un ristorante.
Il nostro lavoro come designer è stato quello di rendere percepibile anche alla vista e all’esperienza dello spazio, l’idea alla base della proposta culinaria del San Giorgio, improntata su tre capisaldi: tradizione, qualità ed eleganza.
Cibo gioiello | Le ampie vetrine con satinatura differenziata sottolineano un taglio trasparente da cui emerge solo un elemento: rappresenta la centralità della materia prima e la sua qualità. Oltre si intravede il ristorante, ma proteggono i clienti già seduti ai tavoli dalla vista dei passanti.
Locale storico | Il San Giorgio rileva i locali dello storico ristorante Gran Gotto di Genova, inserendosi con una nuova immagine nitida senza cancellare il passato di cui si mantengono elementi importanti: il pavimento in legno massello di sucupira, le poltroncine restaurate con nuove gradazioni di colore tra il grigio e il blu, un mobile di ingresso restaurato e integrato con nuove funzioni.
Materie Prime | La qualità finale del prodotto si basa sulla materia prima sia in cucina che in architettura. Gli interni hanno alcuni elementi ricorrenti che, combinati in punti e modi diversi, accompagnano il cliente nell’esperienza sensoriale del ristorante. Si alternano materiali ricchi come il legno di palissandro delle lamelle e cambuse, ad elementi in ottone, come il volume cilindrico della reception in lamiera traforata e i dettagli preziosi degli arredi.
Prospettive | Alla matericità del legno ed ottone si aggiunge la percezione del colore e dei riflessi. Il blu, colore della città per eccellenza e tradizione, fa da sfondo agli ampi specchi tondi retro illuminati, orizzonti che creano nuove profondità e punti di vista incrociati come da alcuni oblò. L’unico specchio convesso assume un’importanza centrale e racchiude tutti gli elementi in sé, riflettendo tutto e tutti in un ritratto dalla prospettiva a occhio di pesce.
Unicità | Ogni zona ha un elemento di arredo funzionale ma protagonista della sala. Nella prima appare un soffitto popolato da forme curve e fluide, dalle suggestioni organiche: sono corpi illuminanti disegnati su misura per l’ambiente , di diversa dimensione e colori, posizionati a diverse altezze a ricreare un microcosmo naturale , quasi un fondale marino capovolto. Nella seconda sala, invece, due armadi austeri o “cambuse”. Il rigore però è solo apparente, aprendo le ante si rivela un interno prezioso contenuto tra vini e calici di valore, come fossero due forzieri. In fondo si trova il tavolo più nascosto, dedicato alle cene importanti, con illuminazione separata dal resto e circondato da arredi che rivelano parzialmente la cantina dei liquori.